Il giudice che deciderà su Assange è da 40 anni un “buon amico” del Ministro che ha orchestrato il suo arresto.

Italiani per Assange
4 min readDec 9, 2021

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di Matt Kennard e Mark Curtis

(la versione originale dell’articolo può essere letta qui )

Lord Chief Justice Ian Burnett (Photo: Peter Summers/Getty)

Il destino di Julian Assange è nelle mani di un giudice d’appello che è un amico intimo di Sir Alan Duncan- l’ex Ministro degli Esteri che ha definito Assange un “miserabile piccolo verme” in Parlamento.

Il giudice supremo Ian Burnett, colui che presto deciderà il destino di Julian Assange, è legato personalmente da stretta amicizia a Sir Alan Duncan, che, in veste di Ministro degli Esteri, ha organizzato l’espulsione di Assange dall’ambasciata ecuadoriana.

I due si conoscono fin da quando erano studenti a Oxford negli anni ’70, quando Duncan chiamava Burnett “il giudice”. Burnett e sua moglie hanno partecipato alla cena di compleanno di Duncan presso un club londinese con ingresso riservato ai soli soci nel 2017, quando Burnett era un giudice alla corte di appello.

Divenuto ora il giudice più potente di tutta l’Inghilterra e il Galles, Burnett si pronuncerà presto sul caso dell’estradizione di Assange. Il fondatore di WikiLeaks rischia il carcere a vita negli Stati Uniti.

Nelle sue memorie recentemente pubblicate, “Sul più bello”, Duncan scriveva a luglio del 2017 “Il mio buon amico e compagno di studi a Oxford Ian Burnett è annunciato come il prossimo giudice supremo [Lord Chief Justice]”

E proseguiva: “A Oxford lo chiamavamo sempre “il giudice” e loro mi chiamavano sempre il “Primo Ministro”, ma Ian è quello che è arrivato dove voleva”.
In una mail in risposta a Declassified, il giudice in capo Burnett ha confermato che lui e Duncan sono “amici fin da quando eravamo all’università”

Duncan ha studiato Economia e Scienze Politiche al St. John’s College dal 1976 al ’79, mentre Burnett ha studiato Giurisprudenza al Pembroke College nello stesso periodo.

Ad Oxford lo chiamavamo sempre il “giudice” e loro mi chiamavano il “Primo Ministro

“Piccolo miserabile verme”

I diari di Duncan rivelano anche che quando era Ministro degli Esteri ebbe una conversazione privata con il giudice supremo Burnett nel maggio del 2019, una conversazione che non è mai stata annotata nei registri governativi. Burnett gli ha riferito di una cena che aveva avuto con l’allora Primo Ministro Theresa May due giorni prima.

Ma Duncan ha dichiarato a Declassified: “Non c’era nulla che dovesse essere annotato nei registri governativi”. Sia lui che Burnett sostengono che non si è parlato di nulla che fosse in relazione ai rispettivi ruoli di ministro o di giudice.

Duncan ha ricoperto la carica di Ministro degli Esteri per l’Europa e le Americhe dal 2016 al 2019. Era lui l’uomo di punta nella campagna del governo inglese per costringere Assange a lasciare l’ambasciata.

In veste di Ministro, Duncan non ha fatto mistero della sua opposizione ad Assange, chiamandolo un “piccolo miserabile verme” nel marzo del 2018 in Parlamento.
Nelle sue memorie Duncan fa riferimento ai “presunti diritti umani di Julian Assange”. Ammette di essere l’eminenza grigia dietro ad un articolo calunnioso su Assange apparso sul Daily Mail il giorno successivo all’arresto del giornalista.

Duncan guardò la polizia britannica evacuare l’editore di WikiLeaks dall’ambasciata attraverso un collegamento live nella Sala Operativa all’ultimo piano del Ministero degli Esteri.

Successivamente ha ammesso che stava “cercando di togliersi il sorrisetto beffardo dalla faccia” e che ha offerto un brindisi nel suo ufficio in Parlamento alla squadra che aveva preso parte all’espulsione.

Duncan è poi volato in Ecuador per ringraziare il presidente Lenin Moreno per avere consegnato Assange. Duncan ha riferito di aver regalato a Moreno un “bellissimo piatto di porcellana preso al negozio di souvenir di Buckingam Palace”

“Missione compiuta”, ha aggiunto.

“Regalo generoso”

Le memorie di Duncan evidenziano anche una cena di compleanno organizzata per lui a giugno del 2017 a cui hanno partecipato Burnett e la moglie. La cena, tenutasi nell’esclusivo Beefsteak Club a Londra il giorno prima dell’elezione generale era un “generoso regalo di David Ross”, ha scritto Duncan.

Ross, un uomo d’affari e co-fondatore di Carphone Warehouse ha finanziato una schiera di parlamentari conservatori, tra cui Duncan, e ha donato al Partito Conservatore 250.000 sterline per le elezioni del 2019.

Tra gli altri ospiti c’era l’uomo d’affari e miliardario siriano-saudita Wafic Saïd. Amico di lunga data della famiglia reale saudita, Saïd ha facilitato la negoziazione dell’imponente accordo sugli armamenti noto come al-Yamamah negli anni ‘80.

La moglie di Saïd, Rosemary, anche lei tra gli invitati, è un’altra sovvenzionatrice di spicco del Partito Conservatore e ha finanziato anche Boris Johnson. Era ospite agli incontri del “Leader’s Group” di David Cameron che riuniva i principali donatori dei partiti.

Altri partecipanti alla cena di compleanno di Duncan erano William Hague, stretto collaboratore e amico di Duncan, che era segretario agli affari esteri quando il Regno Unito decise di non riconoscere l’asilo politico concesso ad Assange dal governo ecuadoriano.
Era presente anche Salma Shah, un consulente di Sajid Javid quando, in qualità di segretario di stato, approvò tra mille polemiche l’iniziale richiesta di estradizione per Assange.

Sir Alan Duncan e il giudice supremo Burnett hanno entrambi dichiarato a Declassified di non aver mai discusso tra loro il caso di Julian Assange.

(Traduzione italiana di Michela Riviello)

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Italiani per Assange

Gruppo di cittadini italiani residenti in Italia e all'estero, nato in difesa di Julian Assange e della libertà di stampa.